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Tuesday 4 November 2008

la ricerca chiede aiuto alla regione che chiede aiuto alla ricerca?

si riporta il comunicato relativo all'incontro con l'assessore Domenico Lomelo ed il Dott. Davide Pellegrino Direttore dell'Area Politiche per lo Sviluppo Economico.
"Il punto sulla situazione derivante dai tagli della finanziaria (1 miliardo e mezzo di euro in cinque anni) e dall’emendamento Brunetta che blocca le stabilizzazioni dei precari è stato fatto nell’incontro.... l’Assessore Domenico Lomelo e il Dott. Davide Pellegrino, Direttore dell’Area Politiche per lo Sviluppo Economico hanno manifestato grande attenzione ai tempi posti dalle Organizzazioni Sindacali e dai lavoratori presenti ed hanno condiviso la grande preoccupazione che non solo i tagli della finanziaria, ma anche il blocco dei fondi europei disposto dal Governo, possa bloccare tutte le attività di ricerca già poste in essere e quelle programmatiche nei P.O.R. Infatti, è stata bloccata l’erogazione relativa al 2006 dei fondi FAS, già impegnati per progetti di ricerca in corso, sono bloccati i fondi FESR di parte statale necessari per il cofinanziamento alle imprese, mentre sul F.S.E. la Regione Puglia ha richiesto al Governo l’autorizzazione all’uso di tali fondi anche per le Università e si è in attesa della convocazione da parte del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo del MIUR."
VR

L'informazione a difesa della Ricerca

È pleonastico ripeterlo. Lo Stato Italiano praticamente non investe più sulla Ricerca. È ovvio che non ci crede. Da anni sono sempre meno le briciole che vengono elargite e così i colombi muoiono di inedia. Una politica che ha i contorni di una strategia suicida che esclude ogni futuro. Mi costa un doloroso sforzo dirlo. Come Nazione, non possiamo pensare di crescere e confrontarci con il resto del mondo se si soffocano ricerca e innovazione tecnologica.
Qualcuno obietta “possiamo sempre comprare la tecnologia esistente all’esterno”. Secondo un mero ragionamento economico, quando non si possiede la competenza per autoprodurre un determinato bene, l’unicità dello stesso e la mancanza di adeguata merce di scambio ne fanno aumentare inevitabilmente il prezzo d’acquisto. O no? In epoca di crisi e recessione, si dovrebbero anzi incrementare gli sforzi e gli investimenti nella Ricerca. Così funziona ovunque, ma non in Italia. C’è qualcosa che non quadra.
Qualcuno dice “dobbiamo contenere le spese e ridurre il debito pubblico”. Sarebbe anche il caso. Ma occorre tagliare laddove gli sprechi risultano eccessivi, i compensi smisurati ed enormemente gonfiati rispetto ai meriti, alla qualità ed alla mole di lavoro svolto, invece di colpire coloro che – non con proprio godimento – risiedono nel limbo, i giovani SFD “Senza Fissa Dimora”, titolari di un contratto a termine, tipico, atipico o anomalo che sia.
Bisogna far presente che la stragrande maggioranza dei precari che operano nella Ricerca hanno accumulato diversi anni di esperienza in settori strategici, sono professionisti altamente qualificati, come testimoniano i risultati prodotti dalla loro attività. Improvvisamente qualche profano (come definirlo?) si affaccia dalla sua nuvola d’oro per dire che i giovani SFD debbano ritenersi in continua formazione. Un giorno potranno spendere la loro esperienza. Così i SFD, pur di poter dare sfogo alla volontà e all’entusiasmo giovanile, sono costretti a tollerare una condizione di perpetua labilità ed insicurezza, senza la possibilità di poter dare giusta continuità ad attività senza dubbio utili all’intera comunità. O no? Ovviamente, non parliamo di programmi di vita personale per non toccare il fondo.
E i cervelli fuggono all’estero, dove ricevono il giusto riconoscimento. Così lasciamo sfuggirci molti validi ricercatori. Altri, altrettanto validi, rimangono a dibattersi nel limbo. Sia benvenuta la mobilità, ma i risultati catastrofici dimostrano che la non-strategia in atto è semplicemente assurda. Logica comanda che se un professionista sulla cui formazione si è investito vale bisognerebbe industriarsi per tenerselo stretto ed incentivarlo. Dicesi fornirgli prospettive di maggiore stabilità e una retribuzione consona. Qualora egli non sia tagliato per la ricerca qualcuno più esperto dovrebbe farglielo notare in partenza. Magari il sistema fosse meritocratico, ma bisognerebbe anche pensare ad un sistema di valutazione adeguato. Il problema è che tutti quanti ci troviamo impelagati in una situazione di paradosso in cui diventa difficile districarsi, ma le conseguenze le pagano i giovani SFD.
Il blocco delle assunzioni ha annullato ogni logica di turnover, desertificando molti laboratori e diverse tematiche di ricerca utile. Chiedere agli esperti. Il progressivo dilagare dei contratti atipici, se da un lato ha consentito di inserire nuove figure nel mondo del lavoro, ha però generato un groviglio la cui soluzione non può essere “la pacchia è finita, mandiamo tutti a casa”. Non sputo nel piatto in cui mangio, ma quale pacchia? I contratti a termine non possono alimentare aspettative di stabilità, ma la situazione vigente è inaccettabile e paradossale, giacché è disonorante e demoralizzante per molti giovani giustamente vogliosi di lavorare ed affermarsi. Giovani lavoratori che hanno una loro dignità e che impegnano energie, idee e tempo per conseguire risultati che possano giovare al benessere comune. Non ci eleviamo a benefattori, ma se viviamo i nostri studi e laboratori non è perché non abbiamo altro da fare…è per adempiere ad un compito. A cosa servono l’innovazione tecnologica, gli esperimenti e i tentativi su cui ci arrovelliamo per mesi o anni? La tecnologia si offre pronta all‘uso sui banconi degli ipermercati, ma la maggioranza della gente ha idea degli studi e degli esperimenti che vi stanno dietro? La qualità della vita e i servizi di cui oggi possiamo fruire sono frutto di lunghe e intense ricerche, esperimenti riusciti e altri falliti.
Tocca a noi diretti interessati far sviluppare una cultura critica nel mondo comune di cui siamo parte. Personalmente lo faccio già e provo grande piacere quando trovo persone che mi chiedono e vogliono capire, a dispetto dell’appartenenza politica, dell’età, della professione. Ovviamente ci sono anche coloro che hanno un opinione opposta, quelli che emettono sentenze senza cognizione di causa, quelli cui non importa, quelli che non sanno a cosa possa tornare utile la ricerca. Perciò, è un dovere informare ed informarsi.
Uno

“Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera”. (Pablo Neruda)